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Campania, polemica sulla tassa regionale per il diritto allo studio. Udu: “La Regione ruba i soldi agli studenti”.

JprvDtZJdkVZlfb-556x313-noPaddi Francesco Cannone

“La Regione Campania ruba i soldi agli studenti”, questo l’attacco mosso dall’Unione degli Universitari, una delle associazioni più rappresentative a livello nazionale, che dal 1994 si propone come “sindacato studentesco”. “La tassa regionale per il diritto allo studio – si legge in un comunicato-denuncia pubblicato sul sito dell’Udu nel pomeriggio di oggi – è stata aumentata dalla Regione Campania per l’anno in corso da 62 euro a 140 euro (in realtà l’aumento citato è da riferire già all’anno accademico precedente quello in corso, ndr) : un aumento tra più alti in Italia in una regione che copre solo il 27% degli aventi diritto alla borsa di studio”.

A riguardo, è opportuno ricordare quanto disposto del comma 8 dell’art. 18 del decreto legislativo del 29 marzo 2012, n.68, pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale il 31 maggio 2012: “Le regioni e le province autonome rideterminano l’importo della tassa per il diritto allo studio articolandolo in tre fasce. La misura minima della fascia più bassa della tassa è fissata in 120 euro e si applica a coloro che presentano una condizione economica non superiore al livello minimo dell’indicatore di situazione economica equivalente corrispondente ai requisiti di eleggibilità per l’accesso ai LEP (Livelli Essenziali delle Prestazioni) del diritto allo studio. I restanti valori della tassa minima sono fissati in 140 euro e 160 euro per coloro che presentano un indicatore di situazione economica equivalente rispettivamente superiore al livello minimo e al doppio del livello minimo previsto dai requisiti di eleggibilità per l’accesso ai LEP del diritto allo studio. Il livello massimo della tassa per il diritto allo studio è fissato in 200 euro. Qualora le Regioni e le province autonome non stabiliscano, entro il 30 giugno di ciascun anno, l’importo della tassa di ciascuna fascia, la stessa è dovuta nella misura di 140 euro”. La Regione Campania, quindi, pur costretta ad aumentare la tassa, avrebbe potuto riarticolarne l’importo in tre fasce (120, 140 e 160 €), ma ha preferito – se per pigrizia o per scelta politica non ci è dato sapere – far pagare a tutti indistintamente 140 €.

“Nonostante l’aumento – continua l’Udu – gli enti per il diritto allo studio dei singoli atenei hanno ricevuto solo 62 euro per studente da reinvestire sul diritto allo studio”. Lorenzo Fattori, coordinatore Udu Napoli, ha definito “vergognoso che la giunta regionale si sia appropriata indebitamente di fondi che per legge devono essere devoluti esclusivamente al diritto allo studio universitario, considerato anche che pesano sulle spalle di noi studenti”. E ha aggiunto: “La Giunta regionale deve immediatamente fare chiarezza sui conti e restituire quanto ha ‘rubato’ agli studenti. Per questo abbiamo lanciato una petizione online che conta oltre 700 sostenitori su change.org.”

“Sulla base dei dati raccolti a livello nazionale – ha precisato Gianluca Scuccimarra, coordinatore nazionale dell’Unione degli Universitari – abbiamo calcolato che la Regione Campania ha speso nel 2012/2013 2,8 milioni in meno di quanto ha ricevuto da noi studenti. E’ vergognoso che a fronte di continui tagli sul diritto allo studio non solo aumentino le tasse regionali chieste a noi studenti ma tali soldi non vengano reinvestiti per il diritto allo studio”. Scuccimarra ha poi continuato: “Chiediamo a gran voce chiarezza su dove siano finiti tali soldi e la loro immediata restituzione ai numerosi studenti idonei e non beneficiari della Regione Campania”.