Home » Fotograficamente parlando, News, Rubriche » Uomo e spazio urbano: la Parigi “svuotata” di Eugène Atget

Uomo e spazio urbano: la Parigi “svuotata” di Eugène Atget

tumblr_mgysphBsms1rw3fqbo1_1280di Gabriella Valente

Primi del ‘900. Tra le strade di Parigi, in piena trasformazione, circola un uomo con una macchina fotografica. Quell’uomo è il “nostro” uomo, Eugène Atget.
“Con Atget, le riprese fotografiche cominciano a diventare documenti di prova del processo storico. È questo che ne costituisce il nascosto carattere politico”. Così Walter Benjamin, filosofo e scrittore tedesco, descriveva il corpus fotografico dell’autore qui preso in considerazione. La vecchia Parigi, i sobborghi, le vecchie insegne dei locali, i  bordelli,  i venditori ambulanti: questi sono i soggetti delle varie collezioni di Atget. Testimonianze di quello che è stato e di quello che resta, denuncia sociale a favore di chi vive ai margini della società.
Nella società moderna,  in continuo cambiamento, in continuo movimento, il vecchio lascia molto spesso e molto velocemente spazio al nuovo. L’uomo vive sempre di più in un clima di incertezza e  mutabilità continua. È eternamente in fase di adattamento con l’ambiente circostante, sempre in corsa per stare al passo con i tempi .  Atget riesce a mettere in evidenza il senso di disagio ed isolamento, conseguente a questo nuovo modo di percepirsi all’interno della società e dello spazio urbano circostante: tutto è mutevole, tutto passa, tutto diviene vulnerabile.

1.1969.1447L’elemento che caratterizza la maggior parte delle foto di Atget è l’assenza dell’elemento umano. Le strade della vecchia Parigi immortalate tra il 1900 e il 1909,  sono visibili dallo spettatore quasi “come il luogo di un delitto”, citando ancora Benjamin. Nella Parigi in pieno cambiamento, le vecchie strade, i vicoli e i vecchi cabaret, non trovano più spazio nella vita quotidiana dei cittadini e delle persone. Quei luoghi un tempo affollati da chi sa quanti visitatori incuriositi, divengono ora fantasmi del passato, luoghi del degrado.
Il delitto si è consumato eccome, per quelle strade: è stata messa da parte, per far largo al cambiamento e alla novità, per stare al passo coi tempi appunto, una parte antica e ricca di  tradizioni della città.
Il senso d’abbandono che trasuda da queste immagini, fa in modo che si pensi alla presenza umana solo come un lontano ricordo. Nostalgia ed isolamento rendono testimonianza della distruzione di forme di vita biologiche e sociali, appartenenti ormai al passato.
Fete de VaugirardSempre restando fedele a questa idea, Atget continua a scattare, e tra il 1910 e il 1920 riprende i locali notturni, i piccoli chioschi caratteristici della tradizione francese, i sobborghi della città dove in condizioni degradanti versano le prostitute. Il cambiamento ha il suo prezzo: l’emarginazione di quelli che non riescono a stare al passo,  l’abbandono di ciò che ormai ha fatto il suo tempo.
Quella di Atget può essere definita una documentazione scrupolosa dell’abbandono, un’analisi attenta di coloro che sono stati posti ai margini della società in continuo cambiamento, nella vecchia, romantica Parigi svuotata.

tumblr_mueynfn9pF1r70t2xo1_1280eugene_atget_la_villette_rue_asselin_1921_d5420862h