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Ministro Carrozza: “Un Senato di autonomie e competenze per un nuovo modello economico fondato sulla ricerca”

Maria Chiara Carrozza, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

Maria Chiara Carrozza, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca

di Francesco Cannone

Per una politica basata sulla evidenza scientifica, torna ad esprimersi Maria Chiara Carrozza, Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca. Ieri, su Twitter, il Ministro ha scritto che “l’Italia ce la farà se investirà su istruzione, ricerca e cultura”. E ha precisato: “Per questo credo fortemente che le competenze di scienziati, intellettuali e artisti debbano essere consultate sulle scelte politiche e sosterrò l’idea già nata che il Senato potrebbe essere delle autonomie e delle competenze”.

Un tema, quello del rapporto fra scienza e politica, sul quale il Ministro Carrozza aveva già chiaramente espresso il proprio punto di vista, il 21 gennaio scorso, con un post sulla sua pagina Facebook a proposito del caso Stamina. “Vorrei che questo caso e le sue implicazioni – scrisse il Ministro – servissero a capire che il Parlamento e il Paese hanno bisogno di Istituzioni dove siano presenti le ‘competenze’ e non solo le rappresentanze, dove scienziati di tutte le discipline possano esprimersi al meglio su scelte fondamentali e importanti come quelle della sperimentazione di nuove terapie, o di ricerca su cellule staminali”. Il Ministro ha poi allargato il campo di riflessione:  “Non sono solo le ricerche in campo biomedico ad avere bisogno di più scienza, pensiamo per esempio alla politica energetica, o alla politica in agricoltura: abbiamo bisogno di scelte politiche basate su evidenza scientifica”.
“Proviamo a discutere – ha chiosato la Carrozza – se questo si possa realizzare con una catena decisionale a livello di governo che veda una Commisione di Scienziati esprimere pareri pubblici, oppure con un Senato rappresentativo delle competenze scientifiche e culturali”.

IMG-20140126-WA000Ma la comunicazione a mezzo Facebook del 23 Gennaio proseguiva: “Per combattere la disoccupazione, soprattutto quella giovanile che in Italia raggiunge delle percentuali drammatiche, non basta tornare a investire nelle nostre attività produttive. Dobbiamo ripensare il nostro modello economico. Per creare nuovo sviluppo e nuovo lavoro bisogna credere in un’imprenditorialità diversa, in un’economia nuova, più sostenibile, e per farlo bisogna puntare su istruzione e ricerca”. Il Ministro ha osservato, infatti, “l’esigenza di un grande reinvestimento nella ricerca pubblica e privata”, esprimendo la convinzione di dover “ripensare ai modelli e ai sistemi di governance del settore per renderli più snelli e in linea con il resto dei paesi europei”.
La Carrozza ha infine rincarato la dose: “Senza fondarci sulla ricerca, come possiamo decidere le nostre politiche ambientali, energetiche, o le linee di sviluppo futuro della nostra impresa? Tutti dobbiamo renderci conto che dietro ai dati che leggiamo ogni giorno sui giornali ci sono ricercatori che li hanno studiati e resi accessibili, che quando ci sono scosse di terremoto, sono i ricercatori dei nostri Enti a controllare e monitorare, che dietro ad ogni nuova tecnologia ci sono sempre dei ricercatori”. “Non è un mondo astratto e distante, la ricerca – ha concluso il Ministro – è una realtà viva fondamentale per il presente e per il futuro dell’Italia”.

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