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Università, decreto “visiting”: scambio di docenti tra atenei e porte aperte ai ricercatori stranieri

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza

Il Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Maria Chiara Carrozza

di Francesco Cannone

E’ stato firmato, ieri, dal Ministro dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca Maria Chiara Carrozza, il cosiddetto “decreto visiting”, disposizione volta principalmente ad agevolare lo scambio di docenti e ricercatori fra atenei, stimolare accordi fra università italiane ed estere per l’istituzione di corsi che rilascino il doppio titolo o un titolo congiunto, attrarre professori e studiosi stranieri in Italia.
“Il decreto – spiega il Ministro Carrozza – è una semplificazione dei processi di accreditamento chiesta dalle stesse università e valorizza le chiamate di docenti stranieri nei nostri atenei”.

Il provvedimento (che è una revisione del precedente decreto ministeriale 26 aprile 2011, n.167) prevede che le università italiane possano stipulare convenzioni per consentire ai loro professori e ricercatori a tempo pieno di svolgere attività didattica e di ricerca presso un ateneo diverso da quello di appartenenza, nonché che esse possano istituire, in collaborazione con atenei stranieri, corsi di studio finalizzati al rilascio di un titolo congiunto o di un doppio titolo. In entrambi i casi, a stabilire come ripartirsi i relativi oneri dovranno essere le stesse università.
Gli atenei potranno anche stipulare contratti per attività di insegnamento con docenti e ricercatori di atenei e centri di ricerca stranieri da utilizzare in corsi finalizzati al rilascio di un titolo congiunto o di un doppio titolo con una università non italiana. Si potranno stipulare pure contratti di docenza con personale straniero per inserirlo nei normali corsi di studio italiani. In entrambi i casi i contratti di questo personale varranno ai fini dell’accreditamento dei corsi universitari.

Si tratta, secondo il comunicato stampa diffuso dal MIUR, di “un intervento normativo che agevola e incentiva le chiamate di personale dall’estero per garantire una sempre maggiore internazionalizzazione dei percorsi di studio e qualificare ancora di più l’offerta degli atenei italiani”.