di Gabriella Valente
Nella contemporanea società dei consumi, si libera e si affranca quello che per secoli era stato considerato il simbolo del peccato: il corpo della donna. In tutta la sua emancipazione, esso domina incontrastato nella pubblicità, nella moda, nella cultura di massa al punto da assumere un carattere quasi mitico. La bellezza e la cura del proprio corpo divengono così per la donna un imperativo etico.
Questa sacralizzazione del corpo fonda l’ imperativo della bellezza, che coincide con quello della moda. Il corpo diviene un oggetto funzionale al capitale, che riassume l’idea del desiderio e del godimento. La figura della donna, repressa nel corso dei secoli in quando simbolo diretto del sesso, si emancipa per mezzo del sesso stesso.
L’imperativo della bellezza comporta, dunque, uno sfruttamento erotico del corpo in quanto oggetto funzionale allo scambio sociale. Il corpo femminile tramite l’erotizzazione si sublima, divenendo un oggetto del desiderio al di là del tempo e dello spazio. La donna diviene un oggetto feticcio, insieme agli accessori di moda che l’accompagnano nel suo processo di erotizzazione.
Uno dei fotografi più importanti che ha fatto della figura della donna in quanto eros l’oggetto della sua ricerca visiva, è Helmut Newton.
Nato a Berlino nel 1920, il fotografo diviene a partire dagli anni ’60 un collaboratore di molte riviste di moda quali Vogue, Playboy, Elle.
Protagoniste assolute delle sue foto, le donne. Le sue tematiche ricorrenti: bellezza, sensualità, moda, erotismo, eccentricità.
Le donne di Newton sono immerse in un’atmosfera trasognata e completamente idealizzata, dove il potere della loro sensualità domina su ogni cosa. Emancipate e consapevoli della loro carica erotica, tutt’altro che romantiche, queste donne lasciano che lo spettatore le spii e si immerga in quel mondo idealizzato in cui è il loro fascino a dettar le regole del gioco.
Amuleti indispensabili per la costruzione del nudo femminile sono oggetti di moda, quali le scarpe, che contribuiscono al processo di erotizzazione del soggetto femminile.
Il discorso degli oggetti-feticcio (come le scarpe, appunto), viene sviluppato ulteriormente da Newton, con l’inserimento di donne-manichino che affiancano le donne vere, protagoniste da sempre nell’immaginario del fotografo; questo al fine di porre l’accento sul processo di finzione che scatta tramite la cultura del glamour e dei mass media. È proprio tramite gli oggetti-feticcio, che caratterizzano la sua immagine quali accessori erotizzanti, che la stessa donna diviene infatti essa stessa un oggetto-feticcio.
La sacralizzazione del corpo messa in atto dalla società capitalistica intrappola, così, la figura femminile nella sua stessa immagine emancipata sessualmente. L’emancipazione del corpo avviene ai fini di una razionalizzazione dei consumi: l’erotismo fa vendere, i corpi fanno vendere.
La donna, fantastica, idealizzata, dominatrice ed emancipata, resta, nonostante tutto, l’oggetto con cui si fanno gli affari migliori.