di Francesco Cannone
Crescono la percezione della sicurezza e della vivibilità per i ragazzi di Scampia. E’ quanto sostengono i criminologi dell’Università Suor Orsola Benincasa di Napoli, ritornati a Scampia esattamente dopo sette anni dalla prima ricerca sui temi della devianza e della criminalità del quartiere per incontrare i giovani studenti delle scuole secondare superiori e misurare i cambiamenti nelle idee dei giovani sulla legalità, sulla vivibilità del quartiere e sulla fiducia nelle istituzioni.
La presentazione dei risultati della ricerca “Periferia, marginalità, devianza: i ragazzi del quartiere raccontano Scampia” si è svolta lo scorso giovedì 6 Febbraio, presso la Sala Pagliara dell’Università, in occasione della lezione inaugurale della quinta edizione del Master “Scienze criminologiche, investigative e politiche della sicurezza”.
Questa ricerca, condotta con il patrocinio del Comune di Napoli e inserita nel “Patto per Scampia”, realizzata dal gruppo di ricerca della cattedra di Criminologia, composto dai professori Silvio Lugnano (coordinatore scientifico), Marialaura Cunzio, Annamaria Iaccarino, Simona Melorio, Pasquale Peluso, Emanuele Sclafani, costituirebbe “un unicum nel panorama scientifico nazionale per quantità e qualità di dati raccolti”, grazie agli “oltre mille questionari somministrati in modo capillare” e al coinvolgimento delle quattro scuole secondarie superiori di Scampia.
Le interviste scientificamente valide sono esattamente 941. Il 56% degli intervistati sono uomini ed il 44% donne. Delle quattro scuole secondarie campione il 41,1% degli intervistati frequenta l’I.T.I. “G. Ferraris”, il 33,5% l’I.S.L. “E. Morante”, il 17% l’I.P.S.C.T. “V. Veneto” ed infine l’8,4% l’I.S.I.S. “M. Bassi”.
Un primo dato da evidenziare è l’alta percentuale di studenti provenienti da altri quartieri della città o da comuni limitrofi, quasi l’80 %. Da anni si parla di collocare una Facoltà universitaria a Scampia e i dati – secondo il gruppo di ricerca – dimostrano che una valida offerta formativa, affiancata da un efficiente sistema di trasporto pubblico, può sicuramente funzionare da attrattore per i giovani e che la difficile realtà del quartiere di per sé non dissuade dalla frequenza dello stesso. Nel dettaglio, solo il 22,7% degli intervistati dichiara di vivere a Scampia ed il 10,8% frequenta il quartiere anche nel tempo libero nonostante non vi abiti. Le percentuali cambiano in relazione anche alla diversa attrattività dei singoli istituti (dell’ITI “Ferraris” è residente il 14% degli studenti, dell’ISSL “Morante” il 26,3%, dell’IPSCT “Veneto” il 26,6%, dell’ISIS “M. Bassi” il 45,6%).
Secondo i criminologi del Suor Orsola, la dispersione scolastica resta alta: “Considerati questi dati sulla residenza degli studenti delle scuole secondarie superiori di Scampia, se anche è possibile ipotizzare nel contempo che una parte dei giovani di Scampia si sposti in altri quartieri per frequentare la scuola, che ne è dei circa 2800 giovani che vivono a Scampia?”
Per quanto riguarda la vivibilità del quartiere, alla domanda come si vive nel quartiere della tua scuola il 63% degli intervistati ha dichiarato che c’è “violenza e vandalismo”, il 17,2% risponde “non so”, l’11,8% dichiara che si “vive serenamente nonostante violenza e vandalismo” ed il 6,1% afferma che si “vive serenamente perché c’è gente tranquilla”. Analizzando il dato in relazione alla residenza le percentuali variano. Infatti, gli alunni residenti a Scampia hanno dichiarato per il 72,3% che c’è violenza e vandalismo, per il 10,8% che si vive serenamente nonostante violenza e vandalismo, per l’8% che non sanno, per il 7,5% che si vive serenamente perché c’è gente tranquilla e per il 1,4% altro. Coloro che frequentano il quartiere solo per andare a scuola, invece, hanno dichiarato che ci sono violenza e vandalismo per il 59%, non so per il 21,8%, che si vive serenamente nonostante violenza e vandalismo per il 12,7% e si vive serenamente perché c’è gente tranquilla per il 5,4%.
In relazione ai servizi sanitari, il 39,9% degli intervistati dichiara che sono soddisfacenti mentre il 39% dichiara di non sapere come sono. Solo il 20,2% ritiene che siano insoddisfacenti. L’1% degli intervistati non risponde. I residenti dichiarano per il 54,5% che i servizi sanitari sono soddisfacenti, mentre il 24,6% dichiara di non sapere se sono soddisfacenti o meno e solo il 20,9% li ritiene insoddisfacenti.
In relazione, invece, ai servizi di trasporto, il 35,9% dichiara che sono soddisfacenti mentre il 49,4% sostiene che sono insoddisfacenti, il 13,6% “non so” e l’1,1% non risponde.
In relazione ai servizi sportivi, emergono percentuali soddisfacenti. Infatti, il 60,9% del campione dichiara che sono soddisfacenti mentre il 18,3% insoddisfacenti, il 20,1% “non so” e lo 0,7% non risponde. Coloro che vivono a Scampia dichiarano per il 71,2% che sono soddisfacenti, per il 21,2% insoddisfacenti, per il 7,5% non so. Coloro che si recano a Scampia solo per andare a scuola invece ritengono soddisfacenti tali servizi per il 55,8%, insoddisfacenti per il 18,2% e non so 28%.
In relazione agli spazi ricreativi, il 31,8% sostiene che sono soddisfacenti, il 39,7% sono insoddisfacenti, il 27,4% “non so” e l’1,1% non risponde.
Anche sulla raccolta dei rifiuti non emergono dati univoci. Infatti, per il 36,8% del campione è soddisfacente mentre per il 33,7% è insoddisfacente, per il 28,6% “non so” e l’1% non risponde.
In relazione al servizio di pubblica sicurezza, il 68,5% dei residenti ha dichiarato che è soddisfacente, mentre è insoddisfacente per il 17,8% ed ha risposto non so il 13,6%. Particolarmente interessante è ritenuto il dato relativo alla qualità del controllo del territorio da parte delle forze dell’ordine, perché risulta che il 69,5% del campione ha una percezione comunque positiva del controllo delle forze dell’ordine (per il 33,5% è sufficiente, per il 25,8% è buono, per il 20,3% è insufficiente, per il 10,2% è ottimo, per il 4,9% è inesistente, il 3,5% non sa ed il 1,8% non risponde). Dalla ricerca del 2006 risultava che ben il 40% degli intervistati dichiarava il controllo delle forze dell’ordine assente mentre il 56% sufficiente e solo il 4% ottimale. Allo stato attuale, invece, una valutazione negativa del controllo delle forze dell’ordine da parte degli intervistati si attesta al 25,2%. Da ciò si rileva che probabilmente in questi ultimi anni gli interventi posti in essere con il rinforzo di uomini e mezzi sul territorio hano dato i loro effetti.
“Secondo te chi è più presente nel quartiere della tua scuola?”. A questa domanda, il 76,7% del campione risponde “la Camorra”, il 4,3% “lo Stato”, il 10,3% “la Chiesa”, il 4,8% altro ed il 3,9% non risponde. Differente è, però, la percezione della presenza sul territorio della Chiesa e della camorra in relazione alla residenza. I residenti riescono a valutare la effettiva presenza della Chiesa che non viene allo stesso modo percepita da chi non vive nel quartiere (17,1-8,8%). Viceversa, questi ultimi evidenziano una maggiore insicurezza percepita dichiarando in percentuale maggiore la presenza della Camorra(82,5-74,1%). Rispetto al 2006, comunque, cala la percezione della presenza della Camorra, allora attesta all’80%.
In relazione all’essere vittima di un reato, il 66% degli intervistati dichiara che denuncerebbe il fatto alla polizia, l’8% che si rivolgerebbe a qualche conoscente, l’8,4% che cercherebbe di vendicarsi, il 13,8% che non sa cosa farebbe, mentre l’1,4% dichiara nulla, l’1,2% altro e l’1,3% non risponde. In relazione alla residenza, denuncerebbero alla polizia il 58% dei residenti, mentre il 10,4% dichiara che si rivolgerebbe a qualche conoscente, cercherebbe invece di vendicarsi il 10,4%. Secondo, invece, il dato relativo alla differenza di genere, il 59,9% degli uomini si dice pronto a denunciare alla polizia contro il 75,6% delle donne. Si rivolgerebbero a qualche conoscente il 10,4% degli uomini contro il 5,1% delle donne mentre cercherebbero di vendicarsi il 13,1% degli uomini contro il 2,7% delle donne. Infine, dichiarano di non sapere cosa fare il 12,9% degli uomini contro il 15,4% delle donne.
Emerge dunque il maggiore senso civico delle donne rispetto agli uomini, dato che troverebbe una spiegazione di origine culturale tenuto conto che gli uomini hanno una predisposizione, soprattutto in alcuni ambienti, a frequentazioni che consentono percorsi “alternativi”.