di Francesco Cannone
Una lettera aperta a Matteo Renzi e Silvio Berlusconi è stata scritta lo scorso Lunedì 9 Febbraio da Stefano La Barbera, presidente del Comitato “IOVOTOFUORISEDE”, “a nome di oltre un milione di elettori italiani che sono di fatto esclusi dal diritto di voto”. Si tratta di coloro che, per formazione o per lavoro, si trovano a vivere lontano dal luogo di residenza. “Ma – sostiene La Barbera – a differenza di tutti gli altri paesi europei dove sono state ormai da tempo introdotte modalità di voto a distanza per garantire il diritto di voto a tutti”, ad esempio il voto per delega, il voto per corrispondenza o il voto in seggi speciali, “soltanto in Italia non si è mai intervenuti: dalla legge 361 del 1957 che prevede gli inattuali, inefficienti e per di più parziali rimborsi per i soli treni regionali ed espressi, non è stato fatto nulla e si accetta nel silenzio generale che ad ogni tornata elettorale oltre un milione di elettori manchino di fatto all’appello delle urne”. Secondo il Comitato, infatti, sono più di 250.000 gli studenti che frequentano l’università fuori dalla loro regione di residenza, “un numero impressionante di persone – si legge sul sito – cui bisogna aggiungere tutti quei lavoratori con i cosiddetti contratti atipici, che si trovano a dover cambiare spesso luogo di lavoro e dunque hanno lo stesso problema degli studenti fuori sede”. “Da anni (dal 2008, ndr) – prosegue la lettera del presidente del Comitato – chiediamo che anche l’Italia si doti di una modalità di voto a distanza per i suoi cittadini in mobilità sia sul territorio nazionale che all’estero: abbiamo lanciato una petizione che ha raccolto oltre 13.400 firme ed abbiamo preparato da tempo un disegno di legge che permetterebbe all’Italia di mettersi al passo con le altre democrazie senza nessun aggravio per l’erario, anzi si produrrebbe un risparmio strutturale dei rimborsi elettorali di viaggio per quasi 27 milioni di euro a legislatura”. Questo disegno di legge è stato trasformato in un emendamento alla legge elettorale dal deputato di Scelta Civica Pierpaolo Vargiu, il quale ha da subito invitato tutte le altre forze politiche a cofirmarlo. “Perché – scrive ancora La Barbera – questa non è e non può essere la battaglia di un singolo partito ma è il riconoscimento di un diritto”, infatti, prosegue il presidente del comitato, non abbiamo trovato un solo deputato dei partiti che guidate che non si sia trovato d’accordo con la necessità di questo provvedimento”. Eppure, continua, “gli stessi deputati ci hanno comunicato che purtroppo però non possono firmare ed appoggiare nessun emendamento che esuli da quello che i loro leader hanno concordato pena il caos e l’anarchia nella gestione degli emendamenti alla legge elettorale, e che dunque, senza una benestare concordato da parte dei vertici di entrambi i partiti, non possono votare l’emendamento di Vargiu che pure ritengono validissimo e necessario”. Ecco il perché di questa lettera, nella quale viene specificato che la modifica della legge elettorale, operazione sempre intrisa di difficoltà, è attesa in Italia da troppo tempo per aspettare ancora, che è un treno che assolutamente non va perso (“ne va della credibilità dello Stato, ne va della vostra credibilità”), ma che allo stesso tempo bisogna assolutamente cancellare il “gap democratico assurdo che l’Italia ha nei confronti degli altri paesi europei”, considerato anche che “questo emendamento per l’introduzione del voto a distanza non sposta di una virgola il contenuto dei vostri accordi ma restituisce semplicemente il diritto di voto ad un milione di cittadini”, “non dovete trattare, non dovete concordare nulla in più di quello che avete già trattato e concordato”. “Sarebbe – conclude il presidente del Comitato “IOVOTOFUORISEDE” – il gesto che la gente si aspetta da parte di due grandi leader politici, dovete semplicemente rispondere positivamente a questo nostro appello pubblico e lasciare i vostri deputati liberi di votare l’emendamento Vargiu, viceversa questa legge elettorale verrà invece ricordata, tra le altre cose, come la mancata occasione dell’introduzione del voto anticipato (meccanismo utilizzato da anni in Danimarca, ndr) in Italia soltanto per pura mancanza di coraggio politico. Cosa ci rispondete?”.