di Brando Improta
Sanremo 2014 apre la terza serata dopo una notizia funesta: i bassi ascolti della seconda puntata.
Come era prevedibile dopo la noia della serata d’apertura il pubblico ha disertato l’appuntamento successivo. Parliamo di 8.9 milioni di telespettatori nella prima parte e addirittura meno di quattro nella seconda, per una media ponderata di 7.7 milioni e uno share del 33,95 %. Era dall’infausto Festival del 2008 condotto da Pippo Baudo che non si vedevano cifre simili. Lontanissimi, infatti, gli exploit di Bonolis, Morandi e dello stesso Fazio targato 2013.
Per la terza serata (da sempre la meno ghiotta) pronostichiamo un ascolto leggermente più basso, fra i 6.8 e i 7.5 milioni di telespettatori, con un 30% di share.
La copertina “SanRemo e SanRomolo” riprende da Pif in cerca di riscatto per Gianfranco Agus. Questa volta l’obiettivo (riuscito) è quello di farlo sedere in prima fila nella platea del teatro Ariston (posto che pare nessuno gli ha mai concesso). Scopriamo inoltre un mestiere curioso: il figurante da sedia. Esseri umani che vengono pagati per assistere in piedi al Festival e occupare le poltrone non appena qualcuno la lascia vuota per andare al bagno. In televisione, dicono, sembra brutto vedere sedie vuote.
Dopo il prologo si passa ad un ricordo del leggendario direttore d’orchestra Claudio Abbado, eseguito dalla splendida Orchestra della Fenice di Venezia che esegue “Le nozze di Figaro”. L’impressione, grazie anche alla buona musica, è che stasera nulla possa andare storto.
Subito dopo inizia la gara della categoria Campioni (o Big, che dir si voglia) che vede riesibirsi i 14 cantanti in gara, con una prima classifica stilata dal televoto a fine puntata.
Comincia Renzo Rubino, che interpreta ancora meglio il suo simpatico brano “Ora”, sbattendosi talmente tanto che alla fine confessa di preferire il brano scartato, visto che richiedeva meno enfasi.
È la volta poi di Giusy Ferreri con “Ti porto a cena con me”, seguita a ruota da Frankie Hi-Nrg con “Pedala”.
Fazio sembra finalmente aver compreso i meccanismi della velocità, visto che non ha ancora interrotto la gara con brutti intermezzi (a meno che non tralasciamo la sua pessima imitazione di Pippo Baudo).
Arrivano Raphael Gualazzi con il suo moscone di fiducia The Bloody Beetroots ed il brano “Liberi o no”, quindi in rapida successione tocca a De Andrè con quel disastro che risponde al nome di “Il cielo è vuoto”. Il figlio d’arte dichiara di preferire “Invisibili”, il brano scartato: forse non si è reso conto che la qualità non era eccelsa nemmeno in quel caso.
Ma quando tutto sembra andare per il meglio ecco arrivare i nuvoloni scuri. Luciana Littizzetto si siede a margine del palco e inizia a fare un monologo sulla bellezza. All’inizio il pezzo vuole essere comico, nonostante dalla sala arrivino poche risate, alla maniera dell’attrice, cioè fra volgarità e presunta sagacità (ma c’è a chi piace). Il peggio arriva quando il monologo si tramuta in qualcosa di serio, facendo rimpiangere i lunghi silenzi di Adriano Celentano, che pur senza proferire parola sapeva comunicare molto di più. Questo è un problema che attanaglia Sanremo: tutti coloro che mettono piede all’Ariston si sentono in dovere di fare la morale, qualsiasi mestiere facciano nel mondo dello spettacolo. Così abbiamo visto nel tempo: Alessandro Siani fare il predicozzo su Nord e Sud, Luca e Paolo scimmiottare la famosa “preghiera del clown” di Totò, e adesso tocca a Lucianina. Sarebbe curioso e lecito chiedersi come si eleverebbe un Alvaro Vitali in un contesto simile.
Dopo la lagnosa tiritera della Littizzetto, si passa a un simpatico e desueto intermezzo musicale. Dal pubblico si alza uno spettatore lamentandosi delle troppe parole al Festival invece della musica, s’impadronisce di un microfono e comincia a cantare. È ovviamente un flashmob organizzato, che culmina in una sala che canta e balla a cappella vari brani, un po’ per esorcizzare il ricordo dell’incidente di Martedì scorso e un po’ per ricordarci che la musica è la vera padrona di Sanremo. Ma, come già detto ieri, è soprattutto Fazio a doverselo ricordare.
Ricomincia la gara dei Campioni. Sale l’insopportabile Francesco Sarcina con “Nel tuo sorriso”. Stasera decide di far vibrare la pazienza del pubblico andandosi a scattare una foto insieme al maestro Peppe Vessicchio, durante l’esecuzione del suo brano. Evidentemente si è accorto che la canzone non è nulla di che, cercando quindi di attirare l’attenzione come può.
Poi è la volta dei simpatici Perturbazione con “Unica”, quindi di Francesco Renga con “Vivendo adesso”. Alle 22e40 (nemmeno troppo tardi, quindi), si esibisce Riccardo Sinigallia con “Prima di andare via”.
La gara s’interrompe nuovamente per dare spazio al primo grande ospite della serata: Renzo Arbore. In onore del suo fantastico percorso televisivo e dei 60 anni della televisione italiana, gli viene donata una spilla con il simbolo del cavallo della Rai.
L’esibizione di Arbore è squisita, arrivando al grande classico “Ma la notte no…”, sigla del famoso programma anni ottanta “Quelli della notte”. Il pubblico si alza in piedi per tributarlo giustamente. È questa un’altra lezione che ci lascerà questo Sanremo 2014: sono ancora i grandi maestri a saper davvero dominare un palco ed intrattenere il pubblico. Senza se(rmoni) e senza ma(nfrine).
Dopo l’immancabile spazio pubblicitario (ormai se n’è perso il conto) si torna alla gara con Noemi. Capello color tegame bruciato, delizia la platea con altre mossettine durante la sua “Baciati dal sole”. Poi arriva la Ruggiero con “Da lontano” e a seguire Arisa con “Controvento”.
A chiudere la serata per i Big sono Ron con “Sing in the Rain” e Giuliano Palma con “Così lontano”.
Visto che la prima categoria ha chiuso i battenti si potrebbe far cantare i quattro giovani previsti ad un orario decente, ma Fazio ha ancora due sorprese per allungare il brodo.
La prima è Luca Parmitano, militare ed astronauta italiano che ci mostra un’immagine dell’Italia vista dallo spazio. La seconda è Damien Rice. Cantautore irlandese di grande talento, che si esibisce in “Cannonball” e “The Blower’s Daughter”. Il momento è di quelli da ricordare, ma purtroppo per le Nuove Proposte, l’orologio segna la mezza.
I quattro cantanti della categoria “Nuove Proposte” esibitisi sono stati, nell’ordine: Rocco Hunt, Veronica De Simone, The Niro e Vadim. Solo due hanno avuto accesso alla finale.
Rocco Hunt è stata la grandesorpresa. La produzione passata del giovane artista salernitano non lasciava presagire nulla di buono, con canzoni continuamente in bilico fra il rap ed il neomelodico. Stasera invece, con “Nu juorno buono”, ha proposto un testo di denuncia, con una melodia elementare ma efficace, ed un refrain che entra in testa.
Veronica De Simone ha portato il brano “Nuvole che passano”. Lei arriva dal talent di RaiDue “The Voice of Italy” e lo stile è proprio di tutti colori provenienti da una simile esperienza. Melodia noiosetta e bella voce, ma nulla di davvero incisivo, né nel testo né nella performance.
The Niro faceva pensare, visto il simpatico nome, a qualcosa di nuovo. Invece, il suo brano “1969” è un misto fra Negramaro e Pupo. Stessa esperienza vissuta l’anno scorso con Il Cile, presentatosi con addobbi africani addosso e poi piuttosto banale nell’esecuzione. Ma la sua non era proprio una brutta canzone: quella di The Niro è probabilmente la peggiore della sua categoria. Secondo solo all’irriducibile Diodato.
Vadim, con “La modernità”, ha proposto il classico brano potenzialmente vicino al premio della critica. Testo scarno ma pregno di valori sociali e di denuncia, musica minimale, ritmo più parlato che cantato e una melodia che comunque si ricorda. Echi di Vasco Rossi, carina e che probabilmente più dei suoi due predecessori merita la finale.
A questo punto della serata le carte si mischiano e tutto diventa confuso. Logica vorrebbe che vengano prima declamati i due giovani che passano alla finale e poi la classifica finale dei campioni. Ma, senza nessun motivo apparente, si opta per il contrario.
La classifica parziale dei Big è stata decretata dal solo televoto che peserà, come già detto, per il 25% sul risultato finale di Sabato.
Quando c’è di mezzo il televoto le cose non vanno quasi mai troppo bene, perché non bisogna mai dimenticare la lezione che i fan club più grandi li hanno sempre i cantanti più mediocri. Più è inetto il cantante e più il fan club è pieno di adoratori.
Siamo quasi all’una quando finalmente Fazio e la Littizzetto annunciano la classifica provvisoria.
Al primo posto Francesco Renga, al secondo l’insostenibile Arisa (che arriva ogni volta sul podio per grazia ricevuta) e solo terzo il migliore, Renzo Rubino.
Seguono i Perturbazione e Raphael Gualazzi, con dietro tutta la bruttura del festival, nell’ordine di classifica: Cristiano De Andrè, Giusy Ferreri, Antonella Ruggiero e Noemi. Solo decimo il bravo e fantasioso Riccardo Sinigallia, un posto sopra il re dell’autoscatto Sarcina. Ultime tre posizioni desolanti (che lasciano immaginare l’italiano medio cosa pensa): Giuliano Palma, Ron, Frankie Hi-Nrg.
Finalmente, cinque minuti all’una, vengono annunciati i due cantanti della sezione Nuove Proposte che avranno la possibilità di accedere alla finale.
Sono Rocco Hunt e The Niro. L’incredibile si è ripetuto, prima Diodato e ora anche The Niro (a scapito del senz’altro migliore Vadim). A questo punto nella finale potrà succedere di tutto.
La serata di stasera del Festival sarà una serata particolare. Si chiamerà “Sanremo Club” ed i 14 componenti della categoria Big si esibiranno in cover scelte nel panorama della canzone autoriale italiana del passato. Potranno esibirsi da soli o accompagnati da ospiti e saranno esenti da votazione.
La scaletta, salvo sorprese, è la seguente: Giuliano Palma canterà “I Say I Sto ‘cca” di Pino Daniele; I Perturbazione, accompagnati da Violante Placido, si esibiranno in “La donna cannone” di Francesco De Gregori; Giusy Ferreri, con Alessandro Haber, eseguirà “Il mare d’inverno” di Enrico Ruggeri; Raphael Gualazzi, The Bloody Beetroots e Tommy Lee riarrangieranno la storica “Nel blu dipinto nel blu”; Frankie Hi-Nrg ha scelto Fiorella Mannoia per riproporre “Boogie” di Paolo Conte; Antonella Ruggero con il DigiEnsamble di Berlino canterà “Una miniera” dei New Trolls; Francesco Sarcina e Riccardo Scamarcio proporranno “Diavolo in me” di Zucchero; Riccardo Sinigallia avrà ben due ospiti, sarà infatti sul palco con Paola Turci e Marina Rei per “Ho visto anche degli zingari felici” di Claudio Lolli; Arisa, in solitaria, propone “Cuccuruccucu” di Battiato; Cristiano De Andrè emulerà il padre di “Verranno a chiederti del nostro amore”; Renga con Francesco Silvestre porta “Un giorno credi” di Edoardo Bennato; Noemi rifà il Fossati di “La costruzione di un amore”; infine, Ron, omaggerà l’amico Lucio Dalla con “Cara”.
Per le Nuove Proposte, invece, è tempo di finale. Gli artisti rimasti in gara sono Rocco Hunt, The Niro, Diodato e Zibba. La classifica finale sarà decisa 50% dal televoto e 50% dalla giuria di qualità.
Non mancheranno inoltre gli ospiti. Previsti per la serata “Sanremo Club”: Gino Paoli, Paolo Nutini, Luca Zingaretti ed Enrico Brignano.
Tornerà inoltre il (tremebondo) vincitore dell’edizione 2013, Marco Mengoni, in un omaggio a Luigi Tenco. Come sia possibile accostare questi due artisti nessuno lo sa, ma staremo a vedere.
Perché, che piaccia o meno, Sanremo continua.