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: le quattro priorità dell’Università italiana

La Conferenza dei Rettori scrive a Renzi

: le quattro priorità dell’Università italiana

di Francesco Cannone

La Conferenza dei Rettori delle Università Italiane, associazione privata che ha acquisito nel tempo un ruolo istituzionale e di rappresentanza, ha redatto nella giornata di ieri una breve lettera diretta a Matteo Renzi. Lunedì il segretario del Partito Democratico aveva ricevuto dal Presidente della Repubblica l’incarico di formare il nuovo Governo, accettando con riserva. Mercoledì, poi, ha terminato le sue consultazioni annunciando che scioglierà probabilmente la riserva Sabato e che si presenterà alle Camere per chiedere la fiducia a partire da Lunedì prossimo.

“Gentile Presidente – hanno scritto i rettori –
mentre si accinge ad assumere un importante compito per il Paese, vogliamo segnalarle 4 azioni che a nostro avviso non sono più rinviabili e che costituiscono delle vere e proprie emergenze per l’Università italiana:
1. Negli ultimi 5 anni abbiamo perso 10.000 ricercatori; sono rimasti fuori dall’Università per il continuo blocco del turn over. Serve un Piano straordinario per i giovani migliori: diamo loro un’opportunità, altrimenti serviranno altri Paesi.
2. Il diritto allo studio è insufficiente. 1 giovane su 4 non può studiare all’Università per censo, anche se ne ha diritto. Non è giusto, occorre ripristinare il diritto allo studio previsto dalla Costituzione.
3. Il Paese non cresce se non si rafforza l’alleanza tra formazione e mondo del lavoro in tutte le aree. Servono politiche che attraverso azioni di defiscalizzazione incentivino un rapporto più stretto tra Università e Imprese.
4. Siamo travolti da un delirio normativo senza logica che impedisce ogni movimento e una nuova progettualità. Occorre semplificare e dare più libertà alle Università di competere, ovviamente nel rispetto rigoroso della sostenibilità finanziaria e della ricca e differenziata identità e pluralità scientifica e culturale degli Atenei del nostro Paese”.
“Presidente – è la conclusione dell’appello al nuovo Governo – queste sono le prime 4 priorità. Si è perso troppo tempo. Non ne resta più”.