di Roberto P. Ormanni
Il progetto di RadioSca era nato dalla voglia di riscatto, voleva essere un esempio di resistenza nella terra dei fuochi. Perché a Scampia, nella periferia Nord di Napoli, non ci sono solo i cartelli criminali. Nelle Vele non c’è solo Gomorra. Il quartiere del disagio è popolato anche da chi continua a credere nella legalità, da chi, nonostante tutto, tenta di correggere e migliorare. E il 1 ottobre tre ragazze, Laura Russo, Marilena Zoppa e Annalisa Mignogna, hanno provato a concretizzare quel desiderio di redenzione, che coltivavano da tre anni, mandando in onda RadioSca, web radio maturata grazie ai contributi (36mila euro) del Progetto Casa della Socialità.
“La radio è stato il mio regalalo per Scampia” confessa Laura Russo, 31 anni, “Per tre anni ho combattuto per riuscire a realizzare un’idea imprenditoriale. Ma prima ancora di questo, un sogno per me e per tutti quelli che ci hanno creduto”. E nei primi venti giorni di messa in onda il sogno sembrava potersi tradurre in realtà: quasi 1.400 ascolti giornalieri, che volevano dire sostegno, fiducia, appoggio della gente.
Eppure, in terra di camorra, sembra che anche le tue ambizioni, i tuoi ideali, debbano passare al vaglio della criminalità organizzata. Il dominio della violenza, dello sfruttamento, non ti lascia andare avanti a lungo, non ti consente di scegliere. I clan controllano il territorio e non permettono a nessuno di essere diverso o anche solo di pensarsi in maniera diversa, di pensarsi libero. Il mondo è loro. E non tollerano che qualcuno decida di cambiarlo.
RadioSca ci ha provato, disegnando un percorso mosso dall’impegno civile. Il primo passo sarebbe dovuto essere l’intervento alla radio di don Aniello Manganiello, prete anticamorra di Scampia. Ed è allora che il progetto ha iniziato a sgretolarsi. “Sono cominciati blackout e sabotaggi” denuncia la Russo “E quando ho ricevuto in studio, padre Manganiello, per intervistarlo, improvvisamente è andata via la corrente elettrica”.
L’emittente ha lanciato un appello al Comune e continua a richiedere l’intervento dei cittadini attraverso petizioni sul web. Lasciata lavorare in solitudine, tra minacce verbali e impedimenti sospetti, la struttura della radio è chiusa da lunedì.
Sembra ch RadioSca si stia spegnendo. E forse anche le nostre speranze stanno lentamente soffocando.