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“La chambre bleue”: Mathieu Amalric rilegge Simenon in un sensuale “polar”

chambrebleuedi Marco Chiappetta

TRAMA: Borghese quarantenne, sposato con Delphine (Léa Drucker) e padre di una bambina, Julien Gahyde (Mathieu Amalric) racconta al giudice Diem (Laurent Poitrenaux), che lo interroga per un presunto omicidio, la sua incandescente relazione extraconiugale con la farmacista Esther Despierre (Stéphanie Cléau), amica di infanzia fatalmente rincontrata sul suo cammino.
GIUDIZIO: Tratto dall’omonimo romanzo di Georges Simenon e presentato in concorso al Festival di Cannes 2014 nella sezione Un certain regard, il quinto film di Mathieu Amalric regista è un “polar” ben oliato, ben diretto (con meticolose inquadrature e un montaggio superbo), brevissimo (75’), semplice, sintetico, di pregevole intrattenimento e indubbia qualità artistica. Sensuale, conturbante, caldo e limpido racconto di amore e passione sulla scia di certa Nouvelle Vague, è poco più di un esercizio di stile, rivelatore di un talento visivo già noto e apprezzato (suo il premio per la regia a Cannes 2010 con “Tournée”).
VOTO: 3/5