Il Napoli Teatro Festival Italia, dopo una prima presentazione ad inizio aprile nelle sale romane della Regione Campania, è stata presentata al pubblico e alla stampa napoletani nello scenario della Camera di Commercio di Piazza Bovio. La scelta del luogo non è stata casuale e si colloca – secondo le parole del presidente della Camera Maurizio Maddaloni – nell’azione intrapresa dall’ente in quanto partner “tra i più importanti della rassegna”, per le grandi potenzialità di sviluppo che essa può portare nell’economia cittadina. A partire dalla valorizzazione del patrimonio culturale ed artistico, che ha portato alla ribalta diversi luoghi in precedenza ‘dimenticati’, per arrivare alla grande risonanza nazionale e internazionale che l’evento è riuscito ad avere nel corso degli anni, divenuto uno degli appuntamenti più attesi della stagione teatrale nazionale. Fattori inevitabilmente portatori di turismo e di converso di sviluppo economico e crescita dell’occupazione, da sostenere attraverso un incentivo ai tour operator che operino nella città, in modo da costruire attrattive sia in alta che in bassa stagione. Un’azione della Camera di Commercio anche espressione della ‘rete’ tra istituzioni che facciano del dialogo e della cooperazione il loro punto di forza, invece del mutuo isolamento, deleterio ai fini della costruzione di politiche a lungo termine.
Una linea seguita anche dall’assessore alla cultura della Regione Campania, Caterina Miraglia, presidente uscente della Fondazione Campania dei Festival, che ha parlato anche di una ‘destagionalizzazione’ dell’offerta culturale, che non si concentri in pochi mesi, ma che si estenda per tutto l’anno. Tra le altre cose del suo discorso, interessante è stata l’anticipazione del luogo che sarà recuperato per ospitare il Festival l’anno prossimo – dopo la ‘riedizione’ di Pietrarsa, considerata luogo più adatto per la rappresentazione di talune opere – una scelta tra il Rione Terra di Pozzuoli e Castel Sant’Elmo. Ritorna anche per quest’anno la collaborazione con le istituzioni educative della città, con il Suor Orsola Benincasa e l’Accademia delle Belle Arti, volta alla creazione di professionalità che orbitino attorno al mondo del teatro, dalla comunicazione (RUN Radio e Inchiostro) alle discipline più tradizionali quali la Scenografia, Regia, Costume e Scenotecnica.
Con l’intervento di Luca De Fusco, fa ritorno al Napoli Teatro Festival l’idea del cantiere teatrale internazionale e della logica della mescolanza tra diverse tradizioni teatrali con quella napoletana, considerata vertice del ‘Triangolo d’Oro’ delle scene teatrali europee (assieme a Mosca e a Londra). Tre spettacoli, infatti, nasceranno da audizioni tenutesi in città e da residenze artistiche: “Finale di Partita” di Samuel Beckett diretto da Lluis Pasqual (con Lello Arena); “Il Sindaco del Rione Sanità” di Eduardo De Filippo (quest’anno coincide con il trentennale della morte) diretto da Marco Sciaccalugo e recitato dal genovese Eros Pagni; “Il Giardino di Ciliegi” firmato da Luca De Fusco.
Tra le novità più attese del Festival, il Focus dedicato ad Anton Cechov, che costituirà una parte cospicua del festival, con la messa in scena de Il Giardino dei Ciliegi, di ben tre versioni di Zio Vanja (di Konchalovskij, Savignone e Tuminas), Tre Sorelle di Konchalovskij e Un Gabbiano di Giancluca Merolli. Altro Focus sarà quello ispirato al mondo dell’infanzia, a partire da Lebensraum di Jakop Ahlbom, dedicato all’universo creativo di Buster Keaton; Pinocchio, la favola italiana più conosciuta al mondo interpretata dal regista spagnolo Gustavo Tambascio; Die Geschichte von Kaspar Hauser diretto da Alvis Hermanis, ispirato alla straordinaria vicenda che accadde a Norimberga nel 1828; Making Babies tratto dal libro della scrittrice irlandese Anne Enright; per finire, Arrevuoto 2014 nono movimento Donogoo, progetto di teatro e pedagogia curato da Maurizio Braucci e Roberta Carlotto.
Per la legge della domanda e dell’offerta sarà presente tanta danza contemporanea, con spettacoli che stanno già arrivando al tutto esaurito: ritorna la Vertigo Dance Company con Reshimo e Mana; Emio Greco con Addio alla fine, Interdit de Danser del collettivo Kulturscio’k e She-ra-zade del National Ballet of Kosovo.
Non sarà presente quest’anno il Fringe, rimasto a maggese per quest’anno e che ritornerà per l’edizione del 2015.
Con 30 spettacoli in cartellone, questo Napoli Teatro Festival si sta attestando anno per anno come uno dei più importanti eventi teatrali italiani, con una visione ben chiara dei propri limiti e delle proprie criticità, e che per questo ogni anno tenta di “alzare l’asticella”, a seconda del responso del pubblico e delle risorse a disposizione.