C’era un tempo in cui la televisione interrompeva i programmi a mezzanotte e il computer era soltanto fantascienza. Un tempo in cui un musicista aveva l’obbligo di pubblicare album a distanza di pochi mesi, pena l’oblio. Oggi, nell’era d’oro di internet, la trama è cambiata e ci si può permettere di dilatare i tempi di lavorazione contando sulla connessione viva e comunque costante tra artista e pubblico. Chi, in questo quadro, riesce ad intercettare il senso della storia, ha la possibilità di trasformare una pausa in un laboratorio di preparazione, di parlare e comunicare nonostante il silenzio. Una piccola impresa titanica. Ma tra i valorosi che riescono in questo volo, uno su tutti: Mimì De Maio.
Cantautore e avvocato, produttore e pubblicista, Mimì De Maio torna sulla scena musicale con un nuovo lavoro discografico, “Tuttinsieme”, a distanza di quattro anni dall’album di esordio “Gente, luci e zuccheri filati”. Una parentesi lunga, “un’attesa” come la definisce Mimì, in cui però la sosta artistica diventa l’occasione per approfondire lo studio della rete e dell’innovazione digitare. Nel 2013, infatti, il giovane De Maio ha pubblicato il suo primo libro, “Amplifichiamoci. L’individualismo 3.0”, scritto a quattro mani con il professore Massimo Bartoccioli e adottato oggi come testo di studio all’Università Cattolica e allo IULM di Milano. Non è un caso, allora, se il disco pubblicato oggi (prodotto dalla RadioGirotondo e distribuito dall’Egea Music in Italia, Brasile, Capoverde, USA e in versione digitale in 240 paesi) appare non tanto come un semplice prodotto artistico ma come un progetto culturale e musicale, un open source nato e cresciuto grazie ad una comunità virtuale che si è raccolta attorno a Mimì, il quale resta convinto che “il virtuale è virtuoso solo se amplifica una voce della realtà”.
Registrato a cavallo tra l’Italia e il Brasile sotto la produzione di Alberto Zeppieri (socio e fondatore del Gruppo Editoriale RCS), “Tuttinsieme” è un lavoro corale, che vede la collaborazione di artisti provenienti da tutto il mondo: Iskra (corista al fianco di Lucio Dalla per ventiquattro anni), Teofilo Chantre (cantautore capoverdiano), Karin Mensah (artista capoverdiana cresciuta in Olanda), Alexandre Leao (cantante e chitarrista brasiliano), Pino De Maio (padre del giovane Mimì), Sadaya (giovanissimo talento delle Filippine), Carcarà Lemos (percussionista brasiliano), Viaggio in Duo (duo composto dal pianista Mariano Bellopede e dal flautista Carmine Marigliano), Teo Ciavarella (tastierista, tra gli altri, di Lucio Dalla, Vinicio Capossela e Renzo Arbore). Ma tra i crediti, anche nomi della sfera napoletana: Roberto Giangrande, Arcangelo Michele Caso, Paolo Forlini, Annita VigilanteAlessandro De Maio, Roberto Tricarico.
Dieci tracce che mescolano sonorità acustiche e armonie delicate, in collegamento tra musica d’autore, tradizione melodica italiana, bossa nova, latin sound e world music. Dieci canzoni, di cui un brano strumentale (“Madre Terra”, nato, come racconta Alberto Zeppieri, in uno studio di Verona, in un “momento di cazzeggio”), composte da Mimì De Maio, che si è avvalso della collaborazione lirica di Sergio Iodice (già paroliere di Bocelli, Toquinho e Peppino Di Capri).
Un disco molto maturo musicalmente (tra voci d’eccezione e inedite ritmiche del sud, un valore aggiunto è dato dalle orchestrazioni d’archi composte dallo stesso Mimì ed eseguite magistralmente da Arcangelo Michele Caso), i cui versi offrono uno sguardo ottimista e speranzoso sul presente puntando sul valore e sul mondo delle piccole cose. Un lavoro che diventa quasi un pretesto, per “sognare più forte”, tutti insieme.