C’era un certo sentimento, condiviso dal pubblico, che la performance Addio alla Fine, prodotta dalla olandese Ickamsterdam di Emio Greco, che nell’ambito del Napoli Teatro Festival alla Sala delle Locomotive di Pietrarsa ha visto la sua prima italiana, non sarebbe stata una esperienza come le altre.
Prima di tutto perché ad accogliere gli spettatori in attesa di entrare nel padiglione, assieme a una statua di un rinoceronte, vi era una figura pittoresca, la Guida – un istrionico Leandro Amato – vestita di colori sgargianti, che salutava cordialmente le persone mano a mano che esse si raccoglievano. Allo scoccare dell’ora di inizio della esibizione, la Guida ha rotto gli indugi, proclamando che noi spettatori fossimo gli ultimi umani rimasti al mondo, quindi gli ultimi funzionari, impiegati, giornalisti, avvocati, ecc. che il mondo può contare ormai, ‘funestato’ però dalla contemporanea estinzione delle soprano. Un mondo privato della Tosca, di Aida, della Regina della Notte. Un mondo in cui tutto ciò che esisteva di solido è diventato fluido, ma non per un evento catastrofico, un cataclisma; semplicemente è successo senza ulteriori spiegazioni o giustificazioni, e continuerà a succedere. Ci si trova dunque in un non-tempo, in cui la fine è già passata, e le si dà l’addio.
L’ispirazione della creazione proviene dal libro The Improvising Society di Hans Boutellier, il quale descrive una società i cui punti di riferimento non sono più solidi e immutabili nel tempo, ma essi sono sempre più dinamici nel corso del tempo, sempre più fluidi. Gli individui vengono pensati per agire all’interno di una rete più ampia, il social network, e ridefiniscono i propri standard, i propri punti di riferimento all’interno di queste reti – la proposta di Boutellier per la creazione di un nuovo ordine sociale, the network society, in cui la coesione e la collaborazione tra tutte le reti esistenti rappresentano la chiave per scongiurare la complessità della vita. Come gli stessi autori, Emio Greco e Pieter C. Scholten hanno dichiarato, l’ordine generale non può spiegato dal comportamento di un singolo individuo, ma si può ricavare dall’interattività simultanea degli uni con gli altri .(..) per andare a creare un sentimento comune condiviso. Quel senso comune che fa muovere un intero branco di pesci come fossero uno solo.
L’entrata in scena del corpo di ballo, in vesti scure e celebrante un rito funebre con una urna cineraria, ha rotto la massa del pubblico e l’ha attraversata, guidandola all’interno della Sala delle Locomotive.
La visione è stata straordinaria: nella semioscurità si è condotti su di un ponte, che porta nella sede reale della performance; nel frattempo si rimane estasiati dalla maestosità del tutto, con le grandi locomotive storiche della collezione del museo a circondare il campo d’azione della performance e lo spazio del pubblico. L’aria era pesante, attraversata da luci forti e colorate e riecchieggiava una musica apocalittica e il fischiare e lo sferragliare di treni immaginari. Con la forza dell’immaginazione, la platea è stata invitata a pensare il luogo in cui ci si trovava come a un gigantesco vascello, una novella Arca di Noè in cui non ci sarà più il tempo, passato, ma solo lo spazio.
I corpi e i movimenti dei ballerini hanno focalizzato poi l’attenzione, scanditi e intervallati da interventi sporadici della Guida, ai capi estremi della Sala. Il terreno in cui essi si muovevano era stretto e lungo, simile a una gigantesca passarella per sfilate, ragion per cui essi i erano distribuiti a formare una lunga direttrice degli sguardi degli spettatori.
Ad un certo punto però, le luci si sono spente, rilevando le fluorescenze delle camice dei ballerini, messe diversi minuti prima, evidenziando di conseguenza scie luminose nel buio della sala. Il flusso della performance viene interrotto poi un’altra volta allorquando la Guida ha invitato il pubblico ad alzarsi e a spostarsi insieme nell’Arena di Pietrarsa, dove si è svolta la seconda e ultima parte della performance, che ha visto l’ulteriore partecipazione di cantanti liriche e il saluto finale del cast, che ha voluto salutare personalmente il pubblico mentre esso usciva dall’arena.
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