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“Making Babies” di Fortunato Cerlino, il racconto quotidiano di una dolce attesa

Making-babies-5di Stefano Santos

L’invecchiamento sempre crescente della popolazione italiana è una delle questioni che maggiormente si pongono nell’analisi a lungo termine della situazione socio-economica nazionale, soprattutto quando viene il momento di concepire riforme che risolvano l’annoso problema del carico sempre più gravoso delle pensioni sul bilancio dello stato, assistito dalle sempre meno numerosa popolazione in età da lavoro. Poche politiche sociali a favore delle madri lavoratrici, perdurante discriminazione dei datori di lavoro nonostante le continue riforme, endemica situazione di precarietà lavorativa dei giovani – fattori che contribuiscono a posticipare la maternità sempre più in tarda età, lontano dalla precarietà finanziaria, oppure proprio ad ignorarla, considerata un fardello troppo grande sia sul fronte economico che su quello delle responsabilità, troppo grandi da assumere su di sé nel momento in cui si decide di avere un bambino.

Per questo, superata la fase storica in cui l’imminente nascita di una nuova vita è pur sempre una ‘benedizione’, l’attesa diventa in questi tempi una riflessione sull’orlo di un abisso, la messa in discussione della propria vita e della direzione che essa sta prendendo.

E’ questo il tema affrontato in Making Babies, la cui messinscena ieri sera alla Sala Cinema del Museo di Pietrarsa ha segnato la conclusione in senso strettamente cronologico del Napoli Teatro Festival 2014, nonostante la concomitanza di Arrevuoto Nono Movimento – Donogoo. Tratto dall’omonimo libro di Anne Enright pubblicato nel 2012, esso vede la regia di Fortunato Cerlino – reduce del grande successo della serie Gomorra – nell’adattamento fatto dallo stesso Cerlino, assieme a Gianluca Greco e Teresa Saponangelo.

La storia è quella di una gravidanza che entra prepotentemente nella vita di una giovane coppia, Alice (Teresa Saponangelo) e Martino (Lino Musella), sulla soglia dei quarant’anni e con ancora una concezione fragile e sperimentale del futuro. La prima, scrittrice, appare molto più pronta e disposta all’idea di un figlio che sta per arrivare rispetto al compagno, il quale è attraversato da diversi dubbi, esitazioni, timori. La diversità di vedute porterà inevitabilmente a un confronto scontro che avrà l’esito inevitabile di mettere in discussione il loro futuro, le dinamiche della coppia e delle loro vite. Un percorso di crescita osservato da ambo le parti in gioco, con un occhio che cerca di mantenersi sul piano realistico e quotidiano, drammatico ma mai tragico, anzi alleggerito da continui spunti ironici e comici, che ne danno alla fine un quadro benevolo, senza trascurare la valenza sempre sbalorditiva e sorprendente di una nuova vita che sta per sbocciare.