I due autori del libro: Massimo Bartoccioli (a sinistra) e Mimì De Maio.
di Roberto P. Ormanni
Prima è nata l’idea: un libro per analizzare in maniera lucida la Rete. Poi, il disegno si è sviluppato in un discorso assoluto sui tanti aspetti di internet, la maglia di comunicazione di massa più estesa e più potente. Oggi, la riflessione elaborata ha dato vita ad un lavoro editoriale intitolato “Amplifichiamoci – L’individualismo 3.0” (Unicopoli, € 15). Autori sincronici dell’opera: Massimo Bartoccioli e Mimì De Maio. Uno docente di strategie creative di comunicazione all’Università Cattolica di Milano, con esperienza trentennale nell’insegnamento, l’altro cantautore e giurista napoletano, classe 1985. Due figure distanti, per generazione e percorsi. Eppure, proprio l’eccezionalità dell’incontro ha permesso un’analisi inedita sulla materia – così tanto discussa e così poco approfondita – della Rete e dei nuovi canali di comunicazione.
Il libro, che verrà adottato nei piani di studio nelle Università Cattolica e IULM, definisce ed analizza le trasformazioni dell’internet sociale, nel cosiddetto “passaggio dal 2.0 al 3.0”. “Il mondo – spiega Mimì De Maio – ha conosciuto una prima fase evolutiva del web, una fase 2.0, in cui si è creata una situazione di dialogo tra più interlocutori. Oggi è necessario un nuovo scatto di crescita, un momento 3.0, in cui tra i vari poli comunicativi si crei un discorso comune”. Insomma, vedere la rete come una piazza di opinioni a cui dare ascolto. Un’opportunità a cui la politica e i governi non sembra abbiano ancora guardato fino in fondo. Don Gennaro Matino, editorialista e autore di romanzi, intervenuto alla presentazione del libro, parla del web come della “più grande rivoluzione dell’umanità dopo la ruota e la stampa” e precisa: “La generazione 1.0 seguiva la logica: io parlo e tu ascolti. La 2.0: io parlo e tu rispondi. La 3.0 dovrebbe significare: parliamo insieme”. E ribadisce: “Se i paesi rifiutano di conoscere il dialogo della rete, resteranno fuori dalla storia e dall’economia”.
Ma la Rete non è infallibile, e a ricordarlo interviene Massimo Milone, giornalista RAI e docente di Etica e deontologia giornalistica all’Università Suor Orsola Benincasa: “La Rete porta con sé due problemi fondamentali che riguardano la tutela della persona e l’autorevolezza dell’informazione. Il rischio è cadere in un uso errato dello strumento”. E da addetto alla comunicazione, Milone si dice convinto che “la sfida sarebbe individuare le regole di un’informazione sostenibile, un’infoetica”.
Ma prima di passare alla regolamentazione, “Amplifichiamoci” cerca di guardare a un utilizzo della Rete che possa migliorare la qualità della vita individuale e collettiva. Su questa linea d’onda, le esperienze già vissute fanno sistema, dalla nuova Costituzione Islandese redatta dai cittadini via web alle storie più private. “Sono un musicista laureato in Giurisprudenza – racconta Mimì De Maio – ma è grazie alla Rete e all’opinione delle persone se il mio progetto è cresciuto”. Mimì, partito sul web in cerca di un produttore, ha poi rifiutato i compromessi della moderna industria discografica scegliendo di essere produttore di se stesso: “Ma dopo la produzione – ricorda il cantautore – ho dovuto pensare alla promozione del mio lavoro: scelsi lo strumento del flash mob”. Con la sua scommessa, fu uno dei primi organizzatori in Italia a coordinare mobilitazioni del genere.
“La Rete amplifica il concetto occidentale di Stato Nascente, di libertà”, ragiona l’autore Massimo Bartoccioli, “La libertà del web non è più la classica libertà politica, ma è la libertà di autoesprimersi”. Poi, con il sorriso della speranza riflette: “La Rete non ha tempo, non ha stato e non ha luogo. Ha solo gli individui”.