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Impegno e memoria per le vittime delle mafie. In ottantamila alla giornata per la legalità organizzata da don Ciotti

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di Lorenzo Mineo
foto di Margherita K. Budillon

POTENZA – Alle soglie della primavera la pioggia non è certo premessa che si addice alla stagione nuova. Ma, come suggerisce il detto, marzo è pazzo; e allora poco importa se gli ottantamila manifestanti qui accorsi da tutto il paese si bagneranno, perché la comune voglia di essere presenti e la sentita vitalità del momento superano qualsiasi eventuale sconforto dettato da condizioni metereologiche.
Siamo a Potenza, il 19 marzo 2011, dove si celebra la sedicesima “Giornata dell’impegno e della memoria in ricordo delle vittime delle mafia”, manifestazione promossa dall’associazione antimafia “Libera”.
Il corteo parte alle ore 09:00 da piazza Bologna, e dopo quattro buone ore di marcia, tra uno slogan e l’altro, si giunge a destinazione: Piazzale Gaetano Michetti, dove, come consueto, sono attesi la lettura dell’elenco dei nomi delle 900 vittime innocenti delle mafie e l’intervento di Don Luigi Ciotti, coordinatore nazionale di Libera. A esordire nella lettura della “lista nera” è il chirurgo e fondatore di Emergency Gino Strada, e a seguire troviamo ancora nomi di spicco come i magistrati Giancarlo Caselli e Antonio Ingroia. Chiusasi, dunque, la piazza in un devoto silenzio, sono ormai circa le 13:00 quando finalmente Don Ciotti prende parola: da subito manifesta il suo entusiasmo per la numerosa partecipazione – “nonostante la pioggia”, non manca di sottolineare – e gioisce in particolare della consistente (se non prevalente) presenza di giovani e studenti. Emerge poi l’usuale spirito critico del sacerdote, che non si fa bastare il buon esito dell’evento, ma ribadisce, quasi in tono di rimprovero, la necessità di un impegno nella legalità che sia collettivo e quotidiano.
In un momento critico come quello odierno, non poteva poi mancare un commento sul tema della giustizia: “Questo progetto – dichiara don Ciotti, in riferimento all’annunciata riforma – indebolisce l’autonomia della magistratura. Non è possibile sottomettere l’indipendenza dei pubblici ministeri al potere politico. Dobbiamo dire ‘no’ alla cancellazione dell’articolo 101 della Costituzione che deve rimanere uno dei capisaldi del nostro ordinamento. Dobbiamo difendere l’indipendenza della magistratura e l’uguaglianza dei cittadini davanti alla legge” e aggiunge ancora “è poi una vergogna che l’Italia non abbia inserito nel codice penale i contenuti del Trattato di Strasburgo del 1999 contro la corruzione. In Italia – ha concluso – si perdono 60 miliardi di euro per la corruzione, i soldi ci sono ma bisogna prenderli ai corrotti”.
Le critiche non vengono risparmiate neppure al Vaticano, esattamente a un anno dal ritrovamento, nel sottotetto d Santissima Trinità di Potenza, del corpo di Elisa Claps, sedicenne uccisa nel 1993, qui in terra Lucana. La Chiesa, infatti, pur avendo dato prova di un suo contributo all’evento (il vescovato tutto della Basilicata era infatti presente in Piazzale Michetti), deve per Don Ciotti mostrarsi “più povera, più coraggiosa, meno prudente nella denuncia delle ingiustizie e del disfacimento etico, più vicina ai poveri e a chi fa fatica”.
Al termine del suo intervento, don Ciotti ha quindi salutato le migliaia di persone presenti tenendo per mano don Marcello Cozzi, referente lucano di Libera, e Filomena Iemma, madre di Elisa Claps.
Si conclude così la celebrazione della sedicesima giornata dell’impegno e della memoria in ricordo delle vittime delle mafia, mentre intramontabile è da dirsi il monito tratto da essa, volto a una comune scossa di coscienze nei termini di un sì taciuto argomento come la lotta alle mafie.