foto di Roberta Montesano
di Rosalba Ferrante & Ilaria Giugni
“Save the Music Save Naples” è il nome e l’obiettivo della manifestazione artistica che, da lunedì 12 dicembre 2011, fino a mercoledì 4 gennaio 2012, offrirà a spettatori e partecipanti l’opportunità di vivere la musica, e l’arte in genere, in maniera innovativa e, soprattutto, autentica. Rassegna curata dal giovane Tommaso Primo e inserita all’interno del progetto Domus Ars, centro di cultura diretto dal maestro Carlo Faiello, l’iniziativa prevede il susseguirsi, in date differenti, di cinque concerti, durante i quali, giovani cantautori, presenteranno le loro canzoni in versione acustica. Tutti gli spettacoli si terranno presso la chiesa del centro storico napoletano San Francesco delle Monache, lungo via Santa Chiara.
Dopo la prima data del 12 dicembre, nella quale si sono esibiti Alessio Arena e Lino Sabella, la seconda è arrivata già il 14 dicembre alle ore 21 e ad esibirsi, questa volta, sono stati: Monica Riccio, Roberto Ormanni accompagnato da Andrea Manzillo, Marco Norcaro ed Enrico Valanzuolo, Anna De Matthaeis con Claudia Scuro ed infine Andrea Tartaglia e Carmine Kaledo (Cianuro Prod). Le esibizioni, inoltre, sono state accompagnate dal talento di due giovani artisti, Giuseppe Fiò e Francecso Aph, che nel corso della serata hanno realizzato due quadri, entrambi acquistabili al termine della stessa.
Monica Riccio è una delle cantautrici intervenute durante il concerto del 14. I suoi testi risuonano delle voci e dei profumi di Napoli, alla quale, la giovane artista, dedica continuamente la sua devozione.
I tuoi testi comunicano una grande affezione per la tua città. Qual è il tuo rapporto con Napoli?
Sono molto legata alla mia città. Non la vivo solo giorno per giorno, ma cerco di dare un apporto: lavoro nel sociale, abito a Scampia e lavoro con i bambini. Quattro anni fa ho fondato l’associazione “Banda Baleno”, facciamo percorsi di riappropriazione del territorio attraverso la “murga”, arte di strada argentina.
Quale posto credi possa avere la musica, e quindi “Save the music, save Naples”, in quello che fai?
Per quanto riguarda “Save the music, save Naples”, credo possa avere un posto importante nella riappropriazione di luoghi dimessi da parte della popolazione. Per quanto riguarda la musica, io nel momento in cui scrivo, esprimo quello che penso. Potrei aprire le menti.
Nel tuo futuro pensi di rimanere nella tua terra?
Resto qui, continuerò a fare musica. A spingermi sono tutte le cose che ho visto da piccola, cose che chi non ci è nato non può capire, e quello che vedo oggi, guardandomi intorno: nei ragazzi di periferia c’è un forte orgoglio. Resto perché, anche se è difficile lavorare, il territorio reagisce.
Anna De Matthaeis, cantautrice, e Claudia Scuro, musicista, rispettivamente 23 e 20 anni, hanno suonato anche loro durante il concerto del 14 dicembre. Nonostante ad unire il loro giovane talento sia un tempo molto breve, il progetto di ampliare il gruppo attraverso altri musicisti è già presente, così come il nome che esso dovrà avere. Quale? Questa sarà la sorpresa.
“Save the Music Save Naples” è il nome di questo progetto: la musica può lanciare davvero un messaggio profondo?
Anna: Sì, senza dubbio. La musica può essere in grado di scuotere le coscienze, di trovare dei punti in comune. Il semplice amore per la proprio città è un messaggio che può essere tramandato attraverso una canzone.
Claudia: La musica può essere il più puro strumento per ravvivare le coscienze e soprattutto è universale. Arriva più facilmente e trasmette messaggi che, attraverso di essa, diventano da tutti comprensibili.
Secondo voi, che potere ha, al giorno d’oggi, la musica cantautoriale?
A.: Io scrivo da quando avevo tredici anni e ritrovarmi a cantare quei pezzi, adesso, accompagnati dalla musica è un’emozione incredibile. Io credo essenzialmente che una canzone abbia un corpo ed un anima e che il primo sia rappresentato dalla musica, mentre il secondo dal testo. La musica cantautoriale ha un compito molto più importante di quella commerciale, che fondamentalmente non fa altro che seguire la moda e cambiare insieme ad essa.
Avete detto che è vostra intenzione quella di costituire in vero e proprio gruppo musicale. Ma voi due, invece, come siete arrivate fin qui?
A.: io e Claudia suoniamo insieme da appena un mese. All’inizio abbiamo arrangiato quattro miei pezzi, poi, dopo la nostra unione, ne sono nati altri tre, questa volta di Claudia. In realtà, l’ispirazione per scrivere un pezzo te la può dare qualsiasi cosa e soprattutto in qualsiasi momento. Io, ad esempio, giusto qualche sera fa, sono corsa a casa di Claudia con un nuovo testo. L’abbiamo messo in musica quella sera stessa e suonato, per la prima volta, proprio stasera. Tra le altre cose, Claudia è una musicista fantastica e non suona solo la chitarra.
C.: Ho iniziato a suonare la chitarra classica a otto anni e successivamente ho proseguito con quella elettrica. Crescendo, alla chitarra ho unito lo studio del violino e negli ultimi anni mi sono avvicinata al basso e al pianoforte. Credo che un vero musicista debba essere completo o comunque cercare di esserlo quanto più possibile ed è proprio quello su cui sto lavorando.