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“Save the Music, save Naples”, sorprese nell’appuntamento finale: Primo, JFK & LSBB e Sansone cantano la speranza musicale

Save the Music, save Naples - 4 Gennaio


foto di Roberto P. Ormanni
di Roberto P. Ormanni

C’era una volta la canzone d’autore italiana. C’erano gli anni Sessanta e “cantautore” era il magnifico titolo che un vecchio produttore, il fu Vincenzo Micocci, conferì a chi interpretava le proprie canzoni. Non esisteva Youtube, o Myspace, né eterei social network. Eppure c’erano spazi, strade e luoghi che accoglievano la musica e chi faceva musica.
C’era una volta il palco del Folkstudio, vecchio locale di Roma, quadro della società musicale di quegli anni, che accoglieva sogni di giovani artisti. Antonello Venditti, Giorgio Lo Cascio, Francesco De Gregori, Edoardo De Angelis, Stefano Rosso, Rino Gaetano: ragazzi che per la prima volta si incontravano, si confrontavano e sentivano di appartenere a un unico grande tessuto, musicale e culturale.
C’era una volta, ma adesso non c’è più.
C’è ancora la musica, e ci sono i cantautori. Eppure sembra essere scomparsa la pretesa di ricercare un punto d’irraggiamento, un centro, che possa accogliere, unire e incanalare le “forze culturali” verso un percorso condiviso. Ed è qui che ha provato ad intervenire “Save the Music, save Naples”, rassegna curata dal giovane Tommaso Primo (anch’egli cantautore) ed inserita nel calendario del centro culturale “Domus Ars” diretto da Carlo Faiello: cinque appuntamenti musicali che hanno accolto, sotto un unico evento, alcuni nomi della musica d’autore napoletana.
Mercoledì scorso, in occasione della chiusura della manifestazione, è stata la volta di Tommaso Primo, accompagnato alla chitarra da Alessandro D’Alessandro. A seguire, sul palco tre dei cinque componenti dei JFK & la sua bella bionda: Lelio Morra (voce, chitarra e ukulele), Federica Morra (voce e percussioni) e Gian Marco Libeccio (chitarra). Conclusione affidata al set acustico di Dario Sansone, voce e chitarra dei Foja.
Durante la serata, tante le sorprese, a partire dall’inedita collaborazione sul palco tra Lelio, Federico, Gianmarco e Dario Sansone. Contributo “ricambiato” dallo stesso Sansone, che poco dopo ha invitato Lelio Morra ad accompagnarlo in duetto. “Credo che il senso di questa rassegna, come della musica in generale – spiega Sansone al microfono – è il confronto tra individui”, ed è per questo che in chiusura il cantante dei Foja chiama vicino a sé anche Tommaso Primo, per presentare alla platea una sentita versione acustica di “Carmela”, storico brano di Sergio Bruni.
Infine, viene proiettato in anteprima assoluta il nuovo video dei “JFK & la sua bella bionda”, “Musica per via Chiaia” (pubblicato online il 6 gennaio), la cui regia è stata curata dal giovane Luca Di Martino, presente tra il pubblico di “Save the Music, save Naples”
“Napoli ha bisogno di essere salvata davvero”, commenta Gian Marco Libeccio, chitarrista dei JFK & LSBB, “Credo che sia un sistema intero a dover cambiare. Il discorso quindi è inverso: se salviamo Napoli, salviamo la musica”. Poi aggiunge: “La cosa positiva è che, a differenza di tutto il resto, la musica continua a crescere, sempre”. Lelio Morra, intanto, dal suo punto di vista, spiega che la musica “è una cosa sentita, e con le orecchie e con lo stomaco” e dunque i messaggi, se condivisi, possono creare un “circolo di persone vicine e unite”. “Napoli ha una macchia da pulire”, dice Lelio, “Se il fenomeno musicale crescesse, aiutato anche da investimenti, potrebbe intervenire per un benessere reale”. Poi Federica, sorella di Lelio e voce del gruppo dice di più: “La musica ha un alto potenziale di intervento. E’ in crescita e dovrebbe essere vista come qualcosa in cui investire, perché crea ricchezza”.
Linea simile anche per Dario Sansone: “Napoli sulla musica ha basato le sue radici e probabilmente anche il suo futuro”, dice Dario, “Questa città ha una qualità artistica altissima”. Se la prende un po’ con i “colleghi”, sempre amareggiati per la situazione, e risponde che “il sostegno arriva quando si lavora e si arriva al cuore delle persone”. Poi riflette sulle fatiche da affrontare: “Dal cinema, al teatro, alla musica, chiunque si barcamena come può. Il punto è che c’è sempre uno scontro, tra io e società: i tempi cambiano e bisogna sempre avere una visione chiara”. Eppure, Dario continua a porre l’accento sulla sua speranza verso la musica: “Il futuro lo immagino roseo, altrimenti non avrebbe neanche senso giocare la partita. La verità è che le canzoni non moriranno mai”.